Un anno addietro il titolare di un’azienda agricola del padovano si recò presso il nostro Studio per una verifica dei rapporti bancari (conti correnti) che intratteneva da oltre un decennio con una primaria banca del Veneto: i risultati furono immediatamente chiari, ossia la presenza di interessi applicati oltre il limite consentito dalla normativa anti usura, nonché l’applicazione di commissioni di massimo scoperto oggettivamente indeterminate.
Le sorprese non finirono lì in quanto, dopo aver richiesto la documentazione contrattuale all’istituto, è emersa pure la pattuizione di condizioni usurarie ab origine che ha consentito di avvalorare con vigore i risultati fino a quel momento prospettati.
In accordo con l’Avv. Barbara Massari con studio in Conselve (PD) si è quindi avviata una causa civile che, visti i forti elementi di prova sostenuti con precisione dal legale, ha convinto il Giudice a disporre una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) con costi posti provvisoriamente a carico della banca: dopo qualche mese è stata depositata una perizia che vedeva l’azienda agricola passare da uno scoperto di conto corrente di -150.000 euro ad un credito di 35.000 euro (e questa era la peggiore delle due ipotesi formulate dal consulente del giudice).
Nonostante una prospettiva completamente sfavorevole all’istituto di credito, sebbene vi fosse stata una tenue apertura ad un accordo transattivo, si è giunti ugualmente a depositare la comparsa conclusionale (attività che precede la sentenza): a quel punto, resisi forse conto che la pubblicazione di una tale sentenza avrebbe generato un danno reputazionale ben più grave degli importi evidenziati dal CTU, la banca ha accolto una transazione che prevedeva, oltre all’estinzione del passivo di conto di 150mila euro, un credito a favore della ditta di 20.000 euro.
(Rif. Tribunale di Padova – RG 12088/2014)