Un imprenditore di una storica conceria di Chiampo (VI) si è rivolto allo studio Financelab per un importante debito contratto con l’ex Popolare di Vicenza ed ex Veneto Banca, chiedendoci se era possibile ridurlo attraverso una trattativa a “saldo e stralcio” o con rimodulazione dell’esposizione.
Stando al prospetto della Centrale dei Rischi da noi analizzato, l’indebitamento complessivo superava gli 1,7 milioni di euro e coinvolgeva anche i garanti (fideiussori) con l’intero loro patrimonio.
Il recupero crediti di queste banche “in fallimento” era stato affidato ad AMCO – Asset Management Company SpA (già SGA – Società per la Gestione delle Attività SpA), società partecipata al 100% dal Ministero del Tesoro.
L’attività di trattativa dello stralcio del debito si è presentata molto complicata per via di una causa pendente, avviata dall’allora Veneto Banca, con la quale si mirava ad annullare un atto di donazione di un’abitazione poiché ritenuto “una distrazione di beni atti a soddisfare il creditore”.
I fideiussori che anni prima avevano prestato garanzie personali non disponevano di liquidità per poter soddisfare il creditore e correvano il forte rischio di perdere l’unica loro certezza costituita dalla sola abitazione principale: in questi casi, infatti, la banca può agire con un pignoramento e, in seguito, procedere con la messa all’asta dei beni immobili per poter recuperare in parte il proprio credito.
Il nostro Studio ha innanzitutto predisposto un approfondito dossier di oltre 200 pagine relativo all’azienda ed ai garanti: questo documento conteneva una valutazione macroeconomica del settore conciario, un’analisi della Centrale dei Rischi e del bilancio aziendale, nonché una stima oggettiva del valore dei beni posseduti dall’azienda e dai garanti e uno specifico studio sulla possibile messa all’asta degli immobili.
Alla luce di questo dossier è emerso chiaramente che, anche vendendo tramite asta pubblica i beni immobili, il creditore non avrebbe potuto recuperare più di 400.000 euro, decretando automaticamente il fallimento dell’azienda e, conseguentemente, lasciando senza lavoro ben 10 dipendenti e relative famiglie.
L’analisi del bilancio di questo dettagliato documento ha evidenziato un miglioramento – seppur lieve e prudenziale – degli indici di redditività, consentendo di poter formulare su basi oggettive una proposta a “saldo e stralcio” di 500.000 da versarsi in un’unica soluzione, con un risparmio effettivo rispetto al debito originario del 70%.
L’attività è proseguita con la ricerca di un nuovo istituto bancario che potesse concedere, sulla base delle prospettive economiche indicate nel dossier, un finanziamento di tale importo, garantendosi a sua volta con ipoteche di primo grado sui beni immobili ora privi di vincoli.
L’iter è durato meno di due anni ed ha consentito all’imprenditore di risparmiare il 70% del debito, di salvare un’azienda con una storia trentennale, la propria abitazione e, non secondariamente, dare una continuità lavorativa ai 10 dipendenti.